L’oecus G

Disegno dell’oecus GLa sala G, un’ampia stanza per banchetti (oecus tricliniare), è il vano più prestigioso della casa. Era comunicante con l’atrio tetrastilo B e il corridoio N e doveva avere un ampia apertura che si affacciava sul portico del giardino.

Al centro del vano, incorniciato da un’ampia fascia a mosaico bianco, si distende un pavimento in marmi colorati (opus sectile).
Si tratta di una particolare tecnica di pavimentazione ottenuta attraverso l’accostamento di lastre marmoree di forma, dimensione e colori diversi.
In questo tipo di pavimentazione la decorazione può avere carattere figurativo o, come nel nostro caso, geometrico.

Ciò che qui possiamo notare è il continuo variare delle forme geometriche interne e del colore dei marmi che per lo più provenivano dalle provincie, cioè fuori dal territorio italico.

Il tappeto in marmi, nell’estremità rivolta verso il portico, è caratterizzato dalla presenza di riquadri maggiori con all’interno una decorazione a disco. L’esecuzione del pavimento va inserita nella fase di ampliamento della domus nei primi decenni del II sec. d.C.
Nella fascia a mosaico, presso l’angolo sud-ovest del vano, sicuramente in occasione di un rifacimento più tardo, vennero rappresentati due gruppi di oggetti. Fra le diverse e possibili spiegazioni, la più plausibile è sembrata quella di simboli gladiatori (tenendo anche conto della vicinanza dell’anfiteatro stesso). Il primo gruppo, a sud, rappresenta una serie di quattro oggetti, alcuni dei quali da interpretare come premio per i gladiatori vittoriosi: un ramo di palma accostato ad una verga, tre corone e una lancia. Il secondo, presso la parte ovest, sembra rappresentare una manica (per la protezione del braccio del gladiatore) e uno scudo circolare.Oecus G

Lungo le pareti nord e sud del grande ambiente sono stati recuperati frammenti delle pitture parietali, che hanno permesso di completare il quadro dell’apparato decorativo del vano. Si tratta di campiture ad imitazione di marmi colorati (in rapporto di continuità visiva con quelli del pavimento), scandite da cornici ad ovuli e da pannelli rossi e neri. Le pitture vanno riferite, per le analogie con quelle dei vani AK e AF, alla terza fase pittorica della domus (inizi del III sec. d.C.).